Non sono un economista, non sono un virologo, non sono un epidemiologo. Vero. Dunque non entrerò nel merito delle misure annunciate, sui rischi delle varie ipotesi di riapertura, etc. Tuttavia, ho un’esperienza di oltre 40 anni di vita ospedaliera e da anni faccio corsi per aiutare i medici a comunicare con i pazienti: come impostare la relazione terapeutica ed evitare comportamenti che ne minino alla base la fiducia, come usare le parole per dimostrare interessamento e preoccupazione, come essere onesti con se stessi e con il paziente, come dare cattive notizie “abitando lo spazio” molto piccolo che sta tra l’empatia e la verità con la capacità di contemperarle entrambe.
Come si diceva da bambini, facciamo che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte era il medico chiamato al capezzale di un paziente grave, l’Italia, e prendiamo l’ultima conferenza stampa del Nostro che doveva annunciare la fase 2. Continua la lettura di “Facciamo che Conte era il medico e l’Italia un paziente grave” … bocciato!.
La definizione “classica” di Mindfulness, secondo Kabat-Zinn, è “Consapevolezza ottenuta prestando attenzione allo svolgersi dell’esperienza con intenzione, nel presente qui ed ora, momento per momento ed in modo non giudicante”
Week end di studio decisamente interessante al Master, con una messa a punto di un “grande” della ricerca sulla Mindfulness: Peter Malinowski. Questo studioso, professore di neuroscienze cognitive all’Università John Moores di Liverpool, fondatore del “Meditation and Mindfulnesss Research Group” è ritenuto uno dei principali ricercatori su Mindfulness e cervello. Week end interessante, dicevo, per lo spessore scientifico del relatore, per le ricerche che ha condiviso e per la profonda pratica di meditazione da lui portata avanti da tanti anni che si riverbera sul suo modo di essere.
Barcellona. Non sono un sociologo né un esperto di cose militari e neppure mediorientali. Per cui non voglio entrare in territori che non mi competono come parlare degli obbiettivi a breve e lungo termine delle strategie che stanno dietro a queste tragedie.Oppure a quanto succede oltre lo stagno chiamato mar Mediterraneo. Oppure ancora analizzare l’uso politico che viene fatto di queste tragedie parlando alla pancia della gente per proprio tornaconto elettorale o di consenso; spesso proponendo soluzioni semplici a problemi complessi, atteggiamento tipico dei movimenti populisti. E i problemi complessi hanno tante sfaccettature a volte confluenti a volte contrastanti, con la necessità, per risolverli, di averne una visione globale che le abbracci tutte.
Siamo, in generale, realmente impressionati della tecnologia e delle sue possibilità. Pensiamo che la tecnologia sia in grado di risolvere tutti i problemi: dalla dieta da tenere al consumo di calorie di una certa attività fisica, dalla gestione del tempo libero alla valutazione di un certo ristorante, dalla comunicazione, vedi Facebook, alla possibilità di esprimere e diffondere un’idea, come questo che sto adoperando. Ancor di più l’essere disconnessi dalle nostre applicazioni sembra la peggior maledizione dei tempi attuali. E i dati ci dicono infatti che, ad esempio, il mercato delle applicazioni, pur mostrando una certa saturazione, è in continua espansione. Qualche dato: nell’Apple Store si possono acquistare oltre 2 milioni di applicazioni, quasi un universo parallelo, e nel 2015 sono stati scaricati oltre 156 miliardi di applicazioni a livello mondiale. Solo in Italia il mercato delle applicazioni, diventate sempre più pervasive, contribuisce al 2,5 % del PIL.
C’è una notizia che mi ha molto divertito e che ho trovato interessante per alcuni risvolti della vicenda: le streghe di tutto il mondo, e i cultori di magia nera, hanno deciso di unirsi per lanciare un maleficio contro Trump. Come riferito, infatti, dall’Huffington Post in data 24/02 sarebbe in atto un “reclutamento” di streghe, maghi, fattucchiere e stregoni apprendisti o meno, che a date precise manderanno il seguente invito a spiriti non meglio precisati “Vi invoco per incatenare Donald Trump, in modo che fallisca miseramente cosicché non faccia del male a nessuna anima umana, a nessun albero, animale, roccia, fiume o mare. Fermatelo in modo che non distrugga la nostra politica, non usurpi la nostra libertà o riempia le nostre menti di odio, confusione, paura e disperazione. E fermate anche chiunque condivida la sua cattiveria e qualunque bocca ripeta le sue bugie velenose”. Dunque una maledizione in piena regola allargata anche a tutti quelli che, a vario titolo, lo seguono: sodali di partito, supporters e amici. La cosa interessante è che il sito christiannationalism.org, portale cristiano (?) di stampo fondamentalista ha preso la cosa talmente sul serio da indire delle veglie di preghiera per contrastare il maleficio. Evidentemente per loro solo Trump può fare l’America “great again” combattendo, con le sue ricette, l’Islam, la mancanza di lavoro, e la crisi economica.
Paura di … morte, immigrati, violenza, volare, futuro, situazione economica, terrorismo, perdita della posizione raggiunta, sicurezza economica (per chi ce l’ha e per chi non sa se mai l’avrà…), furti con o senza violenza, condizioni meteorologiche avverse con annessi tornado, terremoti, maremoti, fulmini, allagamenti, senza contare serpenti, ragni, squali, pipistrelli, buio, rottura del computer (cosiddetto impallamento…) e della macchina, ascensore rotto, dolore fisico e/o malattie (ovviamente attese quelle più drammatiche e devastanti … ), giudizio altrui e di non essere amati e riconosciuti, traffico. Grandi ed esistenziali paure insieme a piccole e insignificanti. E potrei continuare così per tutte le 1200 parole, circa, di questo post. Ci sono forse tante paure, in genere combinate, quanti sono gli abitanti della terra. L’oggetto di queste paure a volte è giustificato, a volte improbabile , altre infine francamente assurdo. Alcune sono paure sane, altre patologiche.
Diceva un mio professore ai tempi dell’università, sbagliando, ” i medici quando non sanno fare una diagnosi danno la colpa allo stress”: segno di una vecchia mentalità che riteneva che gli effetti dello stress fossero espressione di mancanza di “spina dorsale”. Oggi, viceversa, sappiamo che lo stress, soprattutto se prolungato, entra a pieno diritto in quello che, parafrasando la definizione sui tumori più pericolosi, gli anglosassoni chiamano i “Big killer” al pari della cattiva alimentazione, la vita sedentaria, e l’eccessivo uso di sostanze voluttuarie come tabacco e alcool. E che la nostra società sia estremamente stressante non è una novità essendo sotto gli occhi di tutti: eccessiva competitività, eccessivi carichi di lavoro, insicurezza del posto di lavoro, stile di vita, tanto per citarne solo alcuni.